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Finale Champions League 2025: Inter e PSG, un sogno europeo in palio

  • Immagine del redattore: Alexandra Maille
    Alexandra Maille
  • 27 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

Due anni dopo la finale persa contro il Manchester City, l’Inter ha di nuovo l’occasione di riportare a Milano la tanto ambita Coppa dalle grandi orecchie. Di fronte ci sarà il Paris Saint-Germain, una squadra che ama giocare nella metà campo avversaria. Ma, a dispetto dei luoghi comuni, non è questo il contesto in cui i nerazzurri si esprimono al meglio. Più sicura in pressione alta che in attesa bassa, l’Inter di Simone Inzaghi è pronta a sfidare i pronostici.

Le fontane di Monaco celebrano l’attesa della finale di Champions League: Inter e PSG pronte a conquistare l’Europa. ⚽🏰🇮🇹🇫🇷 #UCL
Le fontane di Monaco celebrano l’attesa della finale di Champions League: Inter e PSG pronte a conquistare l’Europa. ⚽🏰🇮🇹🇫🇷 #UCL

Il 31 maggio, tutto si giocherà su una cosa sola: non avere rimpianti. Per l’Inter, questa finale rappresenta una chance concreta di conquistare la sua quarta Champions League e raggiungere l’Ajax tra i club più titolati d’Europa. Quindici anni dopo il trionfo a Madrid contro il Bayern Monaco, i nerazzurri vogliono scrivere un nuovo capitolo della loro storia. Una stagione altalenante, segnata dalla perdita dello scudetto, può trasformarsi in qualcosa di epico. Anche perché ormai, da qualche anno, l’Inter è tornata ad essere una delle squadre più temute del continente.


Un'identità fluida e sottovalutata


Spesso incompresa, questa Inter è una squadra ambiziosa, camaleontica e capace di grande bellezza. A immagine del suo allenatore, Simone Inzaghi, arrivato nell’estate 2021 dalla Lazio per raccogliere l’eredità di Antonio Conte. Da allora, il tecnico piacentino ha saputo plasmare un gruppo competitivo, solido, ma anche sorprendentemente creativo.


Inzaghi ha vissuto alti e bassi, ma soprattutto alti. Campione d’Italia nel 2024 con una stagione dominata dall’inizio alla fine, ha conquistato anche due Coppe Italia (2022 e 2023). Più importante ancora, ha riportato l’Inter nell’élite europea. Dopo la finale di Europa League del 2020 con Conte, è arrivata quella di Champions nel 2023 persa di misura contro il City di Guardiola. Ora, un’altra finale è alle porte.

Una squadra completa, ma non perfetta


La forza dell’Inter risiede nella sua versatilità. Ufficialmente schierata con un 3-5-2, la squadra cambia volto a seconda delle fasi di gioco, dell’avversario e del momento della partita. Inzaghi sa adattarsi, leggere il contesto e colpire dove fa più male. L’esempio perfetto? La semifinale d’andata a Barcellona: pressing alto e marcature uomo su uomo per soffocare la costruzione catalana.


La squadra è capace di difendere basso, ma dà il meglio quando può aggredire. Le due reti segnate nel ritorno contro il Barça sono nate da recuperi alti. Inzaghi preferisce infatti prevenire i pericoli piuttosto che subirli. E quando la squadra riesce a tenere il baricentro alto, diventa davvero difficile da contenere.


Costruzione bassa di livello europeo


Poche squadre in Europa gestiscono il pallone dal basso con la stessa lucidità. Solo Barcellona, Arsenal, Liverpool, Manchester City e PSG possono rivaleggiare in questo. L’Inter eccelle nel portare palla fino agli ultimi 30 metri, grazie a una struttura fluida e imprevedibile.


Çalhanoğlu spesso si abbassa tra i centrali per impostare, Barella dribbla e resiste alle pressioni, Dimarco allarga il gioco con qualità, Bastoni imposta come un regista e le due punte - Lautaro e Thuram - giocano spalle alla porta come pochi altri. Bastoni, in particolare, è un jolly prezioso: difensore moderno, dotato tecnicamente, capace di muoversi da braccetto, da esterno e persino da interno offensivo in possesso palla.


L’Inter senza di lui ha faticato. Le sue uscite in partite chiave (Derby, Juventus, Napoli, Parma) sono coincise con gol subiti e punti persi. In una corsa scudetto serrata, quei momenti hanno fatto la differenza.


La scelta del blocco, il vero dilemma


L’Inter è ancora tra le squadre che difendono meglio, ma non domina più come nella stagione 2023-2024 (solo 22 gol subiti allora, contro 35 quest’anno). In blocco basso, la squadra sembra meno sicura e preferisce quindi pressare alto per spezzare le trame avversarie alla fonte.


In Champions, ha però mostrato grande solidità fino ai quarti contro il Bayern. Solo due gol subiti prima di affrontare i bavaresi, poi tre gol concessi in quel doppio confronto e sei contro il Barça in semifinale. Segno che quando l’Inter è costretta a subire, può soffrire. Il pressing del PSG, asfissiante e constant, sarà un test redoutable.


Parigi, un pericolo permanente


Il PSG è la squadra europea che più riesce a soffocare l’avversario. Contro il pressing parigino, l’Inter dovrà être chirurgicale. Luis Enrique ha modellato une équipe jeune, affamata, brillante. Più che difendere, la vera sfida per l’Inter sarà uscire dal pressing e non restare inchiodata nella propria metà campo.


Parigi gioca per un triplé storico – come solo Barça, Bayern, City… e l’Inter nel 2010 hanno saputo fare. Avec une moyenne d’âge de 23,5 ans, contre 29 per i nerazzurri, le PSG arrive plus frais physiquement. Lautaro non gioca da settimane, Pavard è rientrato solo ora. L’Inter ha pagato il prezzo di un calcio molto dispendioso. E quasi tutti i titolari sono stati a un certo punto ai box.


Ma i nerazzurri sono duri a morire. Statistica folle: sono stati sotto nel punteggio solo per 15 minuti totali in tutta la competizione. Solo Bayer, Bayern e Barça li hanno messi in svantaggio, e sempre per poco.


Dominio sulle palle inattive


Un’arma letale dell’Inter resta però il gioco aereo. Nessuna squadra è più pericolosa sui calci d’angolo: con Dumfries, Thuram, Lautaro, Bastoni, Acerbi e Pavard, l’Inter domina l’aria. Oltre la metà dei suoi corner terminano in un tiro, e la varietà delle traiettorie – tra cross tesi e palloni tagliati – mette in crisi anche le difese migliori. Arsenal e Barcellona possono confermare.

Se il PSG ha un punto debole, è proprio questo. E Inzaghi lo sa bene.

 
 
 

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